 Un’insegnante riflette sulla scuola in ospedale, conversa sull’istruzione con la propria maestra, narra testimonianze familiari ed esperienze personali che possono diventare spunto di approfondimento per tutti coloro che si occupano di educazione.
Chi insegna conduce lungo strade ancora ignote e stimola il desiderio del viaggio verso il conoscere, il saper fare e, soprattutto, il saper essere. L’alunno può allora veder affermata la propria dignità di essere umano in relazione con gli altri uomini. Nella scuola in ospedale insegnare vuol dire anche fare esperienza di resilienza e gestire stati d’animo negativi per trasformarli in positivi: lo studio diventa terapia. Per ogni alunno viene seguito un percorso individualizzato partendo dall’ascolto e facendo attenzione ai suoi tempi e alle sue esigenze. L’insegnante deve quindi stabilire un rapporto allo stesso tempo professionale e partecipe con i ragazzi se vuole sviluppare davvero le loro potenzialità per renderle «capacità».
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Tematica: Didattica Educazione Laboratori e creatività Metodologie e teorie Formato: 15x21 Pagine: 88 | Rivolto a: Studenti, genitori, educatori, insegnanti Contenuti:
Introduzione
Scuola in ospedale
Don Milani e la scuola di Barbiana
Leggere funzionale
Il linguaggio scomparso
Scuola e natura
Una lezione postuma
Conversazione con la mia maestra
Una scuola appassionante
Conclusioni
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circa 1 mese fa
Ho ricevuto questo messaggio:
“In questo libro si parla di una scuola all’interno di un ospedale in cui i pazienti/studenti sono bambini o adolescenti.
La protagonista è una signora che insegna da anni in quel contesto molto particolare, dove alla difficoltà insita nell’insegnamento si aggiunge una difficoltà di gran lunga più importante dovuta alla patologia che colpisce quelle giovani vite. In quel contesto i ragazzi non hanno bisogno di voti, di giudizi, ma di sorrisi, di carezze, di un clima disteso e sereno che, nel limite del possibile, smorzi l’ansia, la tristezza, il sentirsi vulnerabili, in vista di un futuro tutto da scoprire.
In un ambiente così difficile l’insegnante non è più solo tale, ma diventa amica e un po’ mamma. Per un’insegnante diventa difficile lasciarsi coinvolgere fino ad un certo punto. Ma qual è il limite tra il troppo e il troppo poco? Il cuore può dare un grande aiuto, ma bisogna stare attenti, il cuore deve essere guidato dall’esperienza acquisita in anni di attento lavoro. Ed è qui che scatta il bisogno da parte della protagonista, il bisogno di mettere su carta le sue esperienze, il suo bagaglio di conoscenza. Il racconto diventa una testimonianza in prima persona, un testamento, una scuola di vita vissuta, una raccolta di consigli gratuiti.
Non mi ricordo più chi scrisse: il più grande spreco di risorse che affligge la nostra società è quello di non ascoltare gli insegnamenti delle persone sagge che ci hanno preceduto.
Quindi è importante che chi sa metta a disposizione il suo sapere. Resta ai giovani declinare tre verbi fondamentali:
- ASCOLTARE
– DISCERNERE
- RIMBOCCARSI LE MANICHE E FARE
Solo così la società migliora: partire da insegnamenti qualificati e, con grande umiltà, metterci del nostro. Alessandro”