LE RECENSIONI
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L’esperienza della mancata elaborazione della perdita
Come è stato più volte osservato, la Pandemia di Covid-19 non ha causato solamente la morte «fisica» delle persone (circa 200.000 vittime in Italia e più di sei milioni in tutto il mondo), ma ha minato anche l’equilibrio psicologico di moltissime persone, giovani e anziane. Un aspetto finora poco indagato del periodo della Pandemia riguarda le conseguenze, sui parenti delle vittime, di quella che può essere definita un’esperienza di lutto sospeso o negato. I famigliari delle persone decedute a causa del Covid in strutture ospedaliere o in residenze per anziani rese inaccessibili dalle disposizioni anti-contagio hanno vissuto sulla loro pelle un cambiamento radicale nel modo di vivere la morte — non hanno, in definitiva, potuto elaborare realmente la perdita.
Come può avvenire, infatti, l’elaborazione del lutto in assenza dei necessari riti di passaggio? Come si può colmare il vuoto lasciato da un’esperienza di lutto negato? Per rispondere a queste domande, l’autore propone una riflessione sulla morte in generale, sulla sua visione nel corso dei secoli in Occidente, soffermandosi in particolare sulla prospettiva cristiana.
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