Apprendimento e chance espressive

Costanza Duina

ll mondo dell’educazione è saturo di teorie astratte che spesso si sgretolano di fronte alla solidità dei fatti, è saturo di discorsi incapaci di agganciare il reale perché elaborati
in una condizione di separatezza dalla problematicità della pratica… L’educazione in quanto pratica ha invece necessità di un sapere capace di fornire risposte al bisogno
di conoscenza e di sensatezza che emerge dalla realtà.
(Dalla Postfazione di Ennio Pasinetti)

L’autrice descrive con passione la sua personale visione di scuola e le esperienze che ne stanno alla base. Ne emerge una riflessione che ci parla di desiderio, di moti trasformativi d’insieme, di «riti collettivi» di narrazione, di connessioni, e che propone un’idea di apprendimento come partecipazione comunitaria.
Perché ciò che avviene in classe è sempre il frutto di un processo d’insieme, dove il tutto e le parti hanno la possibilità di riconoscersi e ricollocarsi in modo trasformativo e creativo. Proprio per questa ragione la scuola ci riguarda tutti, è — nel senso più pieno dell’espressione — «cosa pubblica».

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